La Casa Thailandese propone una sportiva “street legal” di piccole dimensioni che promette di riproporre su strada il divertimento è la facilità di guida dei microbolidi con ruote da 10 e 12 pollici
GPX è un marchio totalmente sconosciuto a noi europei ma in Thailandia l’azienda è nota per i suoi modelli accattivanti e ben realizzati. La nuova Demon 150GR è tra le ultime nate della famiglia, e si propone come una sportiva di piccole dimensioni capace di far sognare “in grande”. Non nascondo che da quando ho comprato una minigp con ruote da 12″ pollici (la potete vedere in azione qui) ha cominciato a frullarmi nella testa l’idea che un mezzo di questo tipo, seppur con tutti i limiti e i sacrifici che imporrebbe in termini di comfort e adattabilità, potrebbe essere fantastico anche per divertirsi su strada. Bene, sembra che in Thailandia ci sia davvero qualcuno più esaurito di me, quindi eccomi qui a parlarvi di una moto che personalmente mi piace moltissimo.
La GPX Demon 150 nasce dalla collaudata versione nanked e pare che modifiche sostanziali non ce ne siano a parte l’impiego di mezzi manubri e carena integrale. Il design ricorda da vicino quello della Ducati Panigale (si, più o meno…) mentre il “cuore” è un monocilindrico da 149 cc capace di 15 cavalli circa dotato di raffreddamento misto aria-olio e testata a quattro valvole. Il telaio è a traliccio in acciaio, con forcellone in alluminio, forcella a steli rovesciati e monommortizzatore centrale. Il bello di questa moto risiede nelle misure estremamente contenute, a metà strada tra una sportiva “normale” e – appunto – una minigp da 12“, con la differenza che in GPX hanno optato per cerchi da 14 pollici gommati generosamente. A tutti gli effetti si tratta dell’unica proposta sportiva stradale ad adottare tale misura (spesso impiegata sugli scooter di grossa cilindrata) e il bello è che tutto il resto della moto ruota proprio attorno a questo elemento, con dimensioni e caratteristiche che potremmo definire i “2/3” di una moto sportiva tradizionale.
Ora, perché mi piace questa moto? L’estetica non c’entra niente, tanto che avrei optato per qualcosa di più originale rispetto ad una scopiazzatura della celebre bicilindrica Ducati. Inutile però soffermarsi solo su questo e non andare oltre, come ho visto fare sul sito di una rivista italiana. A mio giudizio è limitativo. Penso invece a che gusto possa dare un mezzo così sulle strade di montagna e tra i tornanti: esattamente dove con una maxi sportiva ti troveresti a girare in prima marcia, centellinando il gas per non ritrovarti catapultato nell’iperspazio, potresti affrontare anche la curva più insidiosa con grandi pieghe e adrenalina a mille. Penso a quei tratti di strada così lenti e guidati che solitamente ci premuriamo di evitare, che si trasformerebbero in terreno di caccia per un mezzo come la Demon 150 GR. E’ l’eterno discorso: a noi piacciono le “mille” con duecento cavalli, l’elettronica da GP e tutto il resto, ma quanti sono quelli che realmente pensano di sfruttare una moto così? in questo caso il discorso si ribalta, con un divertimento sfruttabile al 100%, facile da approcciare per il neofita quanto potenzialmente eccitante (e meno rischioso, viste le cavallerie in gioco) in mani esperte. Ovviamente sarebbe perfetta come seconda o magari terza moto, perché pare impensabile sostituire con la Demon 150GR la nostra due ruote “in tutto e per tutto”.
Quel che non mi convince è il fatto che avrei preferito forcella e mono regolabili, un impianto frenante radiale e qualche altra chicca alla moda, ma se pensate che questa moto – così com’è- viene venduta in Thailandia all’equivalente di circa 1.600 euro, capite bene quanto margine ci sia per creare una piccola superbike dotata di tutte le leccornie tecniche che vogliamo. Infatti, la moto si presta a tantissime interpretazioni, e non esagero se dico che potrebbe creare un segmento di moto totalmente inedito nel Vecchio Continente, potenzialmente capace di alimentare addirittura un filone di accessori e ricambi dedicati per i quali in Europa (e in Italia) siamo specialisti. E se pensate ch’io stia vaneggiando, date uno sguardo alla pagina ufficiale su Facebook dedicata a questo modello: non soffermatevi sui tantissimi scatti improbabili che ritraggono strani soggetti in sella, bensì analizzate qual è la mole dei contenuti proposta dalla community e l’esagerazione di ricambi aftermarket prodotti e proposti per queste motine. Questo è, in estrema sintesi, il fulcro del mio discorso legato ad una proposta che commercialmente potrebbe dare vita ad una categoria di moto tutta nuova. Ovviamente la cilindrata dovrebbe essere di 125 cc per coinvolgere i giovanissimi, ma visti i pesi e le misure in ballo nulla vieta che, grazie ad una infinita serie di accessori ed elaborazioni, si potrebbero stuzzicare anche i palati di utenti più esperti alla ricerca di un mezzo esclusivamente votato al divertimento. Se non capite quale possa essere il piacere di guida in sella ad una “mini” con appena 15 o 20 cavalli, andate a provare una minigp da pista e ne riparliamo. Quindi, ricapitolando: piccola, compatta, probabilmente facilissima da guidare, con la massima possibilità di personalizzazione e l’opportunità di scendere in pista nei kartodromi la domenica con un eccezionale rapporto costi/rischio/divertimento. La GPX Demon 150GR è senza dubbio una moto che vorrei nel mio garage.
Immagini: pagina Facebook GPX Racing
Salve vorrei sapere se è possibile comprarla in Europa e se è omologata. Per gli standard europei
Ciao Nico, purtroppo no, in Europa non c’è traccia delle GPX. Ho guardato ovunque, non trovo nulla neppure che parli di un potenziale importatore. Va da sé che queste moto non siano omologate secondo gli standard “Euro”.
Speriamo per il futuro,come spiegato nel testo trovo sarebbe un’idea estremamente interessante!