A EICMA 2018, il prototipo della inedita Supersport bicilindrica della Casa di Noale getta le basi per una nuova gamma di prodotti. Cilindrata e schema tecnico fuori dal coro per il segmento, un “azzardo” per tornare protagonista del mercato
Non ci giro intorno: erano anni che aspettavo una novità così da parte di Aprilia. A mio parere, con il concept della nuova RS 660 la Casa veneta conquista lo scettro di Regina dell’edizione 2018 di EICMA. Negli anni il Marchio ha sempre sofferto la mancanza di motorizzazioni dalle cilindrate intermedie, capaci di attirare il pubblico meno esperto oppure gli utenti poco interessati alle iper-prestazioni. Se 20anni fa il buco fu parzialmente colmato con la piccola RS250 2T, i numeri di vendita in Italia sono lì a dimostrare che c’è bisogno di un netto cambio di marcia, in quanto le moto venete restano impietosamente incollate a posizioni in classifica ben lontane da quanto meriterebbero. I clienti di domani vanno coltivati, fatti crescere assieme al Marchio, e con il concept RS 660 sembra che le cose siano destinate finalmente a cambiare. La nuova piattaforma vede protagonista un nuovo bicilindrico parallelo derivato dall’unità V4 della nota serie RSV/Tuono. Un motore inedito per Aprilia, fuori dagli schemi se contestualizzato alla sportività estrema del nuovo progetto. Ed è qui il bello: ipersportive moderne con propulsore bicilindrico trasversale non ne esistono, quindi in Aprilia hanno deciso di puntare su di una strada non convenzionale, esattamente quel che ci si aspetta da un Marchio che con l’innovazione (e un certo azzardo) ha costruito il proprio blasone. A livello tecnico, il motore dovrebbe impiegare la bancata anteriore del quattro cilindri a “V stretta” che equipaggia la RSV4. Potenzialmente, quindi, l’unità potrebbe facilmente raggiungere i 90 o 100 cv di potenza, lasciando ampio spazio di manovra in termini di depotenziamento per applicazioni meno estreme. Altre caratteristiche importanti sono il peso ed il dimensionamento, che parrebbero estremamente contenuti, giocando un ruolo fondamentale nell’ottica di esaltare le caratteristiche di guidabilità e precisione che da sempre contraddistinguono le ciclistiche messe a punto dal team di Noale. E proprio in tema di ciclistica va detto che il propulsore è elemento stressato della struttura, con il basamento che vede imperniato il fulcro del forcellone e che chiude la struttura nella parte inferiore, costituita da un sagomato doppio trave laterale in alluminio. Sportività pura, come ben sottolineato dalle sospensioni Öhlins di altissimo livello, con mono in posizione laterale e collegato direttamente al forcellone (senza leveraggi), dai freno Brembo con pinze monoblocco e dal quadro strumenti di ultima generazione. Pur non avendo informazioni dettagliate, appare chiaro che sulla nuova Aprilia RS 660 non manchi una evoluta gestione elettronica, che ricalca l’eccellenza del sistema impiegato sulle maxi sportive del Marchio.
Con questa moto la Casa di Noale potrebbe dare vita ad un segmento finora inesplorato per le moto targate, quello delle Lightweight: per chi non le conoscesse, si tratta di una categoria di moto da competizione famosa nelle gare stradali, con bicilindriche dalle prestazioni elevate ricavate abbinando propulsori di serie elaborati e ciclistiche prototipo. Con questa moto, come detto, Aprilia creerebbe la prima Lightweight di serie, potenzialmente capace di raccogliere l’entusiasmo di quanti prediligono l’agilità alle superpotenze. Inoltre, e se la Casa di Noale aspirasse a debuttare nel mondiale Supersport? È vero che in quel caso la cilindrata consentita dal regolamento per le bicilindriche è 750 cc, tuttavia non sarebbe la prima volta che in provincia di Venezia i tecnici tentano la sfida mettendosi al tavolo da gioco con un gap di cubatura e puntando tutto sulla guidabilità: ricordate la RSV 400 GP nella classe regina del Motomondiale?
Per me la RS 660 è la vera regina del Salone di Milano 2018, per quello che è, ovvero una splendida e compattissima moto da corsa con fari e specchi, ma soprattutto per quello che ci racconta. Questa concept ci dice infatti che Aprilia è tornata, e sono entusiasta di questo. Dopo gli applausi ricevuti dal pubblico del Salone milanese, ora mi aspetto che a Noale mettano in produzione una RS 660 esattamente come quella vista all’Esposizione, farcita di tutte le leccornie tecniche che la rendano una vera prelibatezza destinata ai palati più fini. Vorrei poi un modello meno pregiato, più “di massa” se mi passate il termine, ma ugualmente fascinoso ed esaltante, con solo qualche piccola rinuncia in termini di esclusività della dotazione rivolta a calmierare il costo di acquisto. Mi piacerebbe poi che dagli stabilimenti Aprilia uscisse una bella naked, perché no anche in versione depotenziata a 48 cv per risultare accessibile ai neopatentati, e infine una agile crossover dalle forme compatte che rinverdisca i fasti della Tuareg che fu.
Insomma, mi aspetto tanto da Aprilia, ma le premesse ci sono tutte.