Cordoli, pieghe, staccate e prestazioni da brivido, il tutto con dei “semplici” motorini. Un mondo poco conosciuto ma che riserva grandi sorprese
Anzitutto togliamoci dalla testa che gli scooter da competizione rappresentino solo dei surrogati delle moto vere: nulla di più sbagliato e fuorviante, visto che si tratta semplicemente di un modo differente di vivere la pista. Ovviamente per capire a fondo questo ambiente (e le sorprese che riserva) bisogna trovarcisi in mezzo, ed è quello che m’è capitato lo scorso 31 marzo sulla pista di Ala di Trento: grazie all’amico Nicola, pilota e super-appassionato della specialità, ho partecipato a una giornata di prove libere dedicata agli scooter, potendo affrontare alcuni turni in sella a uno ZIP da competizione.
Abituato a frequentare le giornate di prove libere in pista, la prima cosa che colpisce è l’eterogeneità dei partecipanti a questo appuntamento: seppure l’età media sia comunque (ahimè) bassina, direi attorno ai 20 anni, è facile trovare in pista anche persone più adulte come il sottoscritto (36 – IVA compresa) o, perché no, anche qualche appassionato più attempato. In tutto la pista si è popolata di circa 70 piloti, ricreando un effetto molto simile a quello che avviene durante un fine settimana di gare di livello nazionale in una delle piste “classiche”, con tende, furgoni e carrelli disseminati nel parcheggio. Mancano i bilici e le hospitality, ma poco male visto che non entrerebbero neppure dal cancello…
Ma non è solo il numero di piloti che m’ha lasciato a bocca aperta, quanto le tipologie di mezzi impiegati. Accanto a veicoli da competizione curatissimi e tirati a lustro, quasi tutti Piaggio Zip, il kartodromo in provincia di Trento ha organizzato turni specifici per le minimoto e le pit-bike, il tutto arricchito dalle spettacolari evoluzioni di alcuni piloti impegnati in pista in sella ad elaboratissime Vespe d’ogni anno e tipologia. Vi assicuro che vedere curvare una comunissima (finché non la guardi da ferma…) Vespa PX con il pilota sdraiato ginocchio a terra e gomito a un centimetro dal cordolo è davvero uno spettacolo che merita, anche perché al primo rettilineo ti accorgi che l’accelerazione che segue ha poco in comune con una Vespa. Incredibile!
Tornando a noi, il team Nini Drag Corse di Davide Lavagnini mi ha messo a disposizione un Piaggio Zip preparato per le competizioni Stage 6, campionato “alternativo” ai più noti trofei Malossi e Polini. Il mezzo, brandizzato per l’occasione con il mio cognomee numero di gara sul frontale, si presenta curato come e più di una moto “pronto corsa”: sospensioni ultra-regolabili, doppio radiatore di raffreddamento, strumentazione digitale e chi più ne ha più ne metta, con il risultato che del veicolo di serie resta poco oltre al telaio e ai carter motore. Giusto per dare un’idea, l’intera parte termica è realizzata interamente su misura su progetto dello stesso Davide, ma per saperne di più vi rimando alla breve intervista a fine articolo.
In sella: bisogna prenderci le misure
I primi giri sono di conoscenza: la maneggevolezza è disarmante, lo Zip scende in piega “col pensiero” tanto che è necessaria un po’ di prudenza: le ruotine da 10 pollici e la sezione ridotta del pneumaticonon offrono il grip di una moto, e il risultato è che il pilota è costretto a sporgersi tanto fuori dalla sella per cercare di mantenere quanto più dritto possibile lo scooter. Appresa questa tecnica (tutt’altro che facile) la guida diventa redditizia e appagante, e ci si dimentica quasi delle misure lillipuziane della cavalcatura.
Il piccolo monocilindrico (cilindrata 70 cc) non è semplice da sfruttare. bisogna riuscire a tenere la trasmissione in trazione (quindi si accelera leggermente prima della reale necessità) e nonostante un leggero ritardo nella risposta quel che ne consegue è una botta di potenza capace di farti ribaltare in un istante, il tutto con il sottofondo dell’urlo lancinante proveniente dall’impianto di scarico. “L’abbiamo tarato così per evitare che ti facessi male” sono le parole scherzose (ma nemmeno troppo) del tecnico Davide. Il segreto per andare forte davvero è comunque tutto qui: entrare in curva e pennellare le traiettorie come con le moto non serve a nulla, vista l’esigua sezione degli pneumatici; con questi bolidi bisogna staccare, impostare la traiettoria ideale e subito riprendere in mano il gas, così da mettere “in tiro” il motore (che quando si chiude il gas cala bruscamente di giri, come fosse in “folle”) e sfruttare la coppia in uscita. Così facendo le traiettorie diventano per forza di cose spigolose, ma in compenso si rimane piegati in curva per minore tempo a tutto vantaggio dell’accelerazione successiva.
Facile no? A guardare da fuori i piloti di Nini Drag Corse (ma anche altri) sembra tutto maledettamente semplice…
Davide Lavagnini: una passione infinita
Il team Nini Drag Corse ha sede ad Oppeano, in provincia di Verona, e precisamente nel garage dell’amico Davide Lavagnini. 24 anni, una passione smisurata per la meccanica, Davide si divide tra il suo impiego “ufficiale” in officina, dove si occupa di taglio laser, e il lavoro di preparazione dei motori per i suoi scooter. Quello che è incredibile di Davide è la naturalezza con la quale ti racconta alcuni aspetti del suo lavoro di preparatore: “cilindri, alberi motore e altri particolari sono un progetto mio. Realizzo i prototipi in legno, poi vengono fusi e infine lavorati a mano”. In pratica, se non fosse chiaro, la parte termica dei motori (e non solo) non è di quelle comprate e assemblate, esattamente come fa la stragrande maggioranza dei preparatori, bensì è creata ad hoc sulla base di specifiche esigenze. “Noi corriamo il campionato Stage 6, che al suo interno ha anche una categoria con cilindrata superiore ai classici 70 cc degli altri campionati. Così i miei motori possono essere 70, 80 e arrivare fino a 94 cc, con potenze da24 acirca 30 CV”. A domanda specifica Davide risponde: “per ora non è ancora un lavoro vero e proprio. Spendo tanto e tutto di tasca mia, ma penso che per farsi conoscere sia indispensabile”.
Se queste sono le premesse il discorso è destinato a cambiare rapidamente. In bocca al lupo!
con nini drag i commenti si fanno nella sua ”officina”a lui piace avere la possibilità di replica immediata. 🙂